
L’Unione Europea si appresta a compiere un grave passo indietro nella tutela della fauna selvatica. Il declassamento del lupo da specie “strettamente protetta” a “protetta”, approvato in prima battuta dal Parlamento europeo, sarà messo ai voti l’8 maggio. Una decisione che rischia di condannare uno degli animali simbolo della biodiversità europea. Commenta Gabriella Caramanica, Segretario nazionale del partito politico REA.
Dietro la retorica della “gestione sostenibile” e della “maggiore flessibilità” si nascondono gli interessi delle lobby agricole e venatorie e una politica fallimentare nella gestione delle aree rurali.
“È un colpo basso alla biodiversità. L’Unione Europea non si dimostra garante della natura, ma suo carnefice -denuncia Caramanica. Il nostro Paese sta tradendo gli equilibri naturali, con il ministro dell’Ambiente Francesco Lollobrigida in prima linea in questa crociata anti-lupo in Europa con l’avallo di Fratelli d’Italia, Lega e SVP”.
Eppure, un report della Regione Valle d’Aosta pubblicato a fine 2024 ha ribadito l’importanza del lupo nel mantenimento dell’equilibrio ecologico, in particolare nella regolazione delle popolazioni di ungulati. Una realtà che contrasta con le narrazioni diffuse da associazioni come Enalcaccia che curano i propri interessi.
“È evidente che il punto di vista dei cacciatori, come quello di allevatori e agricoltori, è di parte. Considerare il lupo un ‘problema’ da eliminare è inaccettabile. Autorizzare le uccisioni in nome della ‘gestione’ della fauna equivale a legittimare la distruzione di un equilibrio naturale costruito in millenni”, prosegue Caramanica, concludendo che “in nome di una presunta convivenza tra uomo e natura, Bruxelles apre la strada all’abbattimento di una specie fondamentale per l’ecosistema europeo. Un pericoloso precedente che mette in discussione l’impegno reale dell’UE per la tutela ambientale”.