
In Italia gli animali non hanno diritti né tutele
Due episodi di inaudita violenza contro esseri indifesi, portano alla luce le lacune del sistema giudiziario italiano in materia di maltrattamento animale. I casi di Timida a Siracusa e Ofelia a Figline Valdarno non sono solo storie di efferata crudeltà, ma rappresentano l’inefficacia della cosiddetta “Legge Brambilla”, tanto sbandierata dai partiti di maggioranza e una mancanza di credibilità delle istituzioni.
A Siracusa, la povera Timida, una randagina inoffensiva, è stata brutalmente uccisa dopo essere stata legata ai binari del treno. Nonostante le denunce, la confessione di uno dei sicari, la sua testimonianza e la prova di un bonifico per l’esecuzione, il mandante, un avvocato, resta a piede libero. Contemporaneamente, a Figline Valdarno, l’anziana bassottina Ofelia, di 12 anni, è stata violentemente presa a calci dal suo padrone, il quale è ancora a piede libero.
Questi casi sollevano un interrogativo: a cosa è servita la legge su l’inasprimento delle pene, se non a mera propaganda politica? Chiosa Gabriella Caramanica, Segretario nazionale del partito politico REA.
Nessuno dei due presunti colpevoli è stato messo in custodia cautelare nonostante la flagranza di reato e le testimonianze. Inoltre, data la lentezza cronica della giustizia italiana, è altamente probabile che nessuno di questi individui finirà in carcere, rimanendo impunito per anni.
Siamo stufi delle promesse vuote e della propaganda dei partiti. E’ evidente che non vi è alcun cambiamento concreto nella tutela degli animali.
La mancanza di una reale cultura giuridica in materia di reati contro gli animali è palese, coinvolgendo aggiornamenti professionali e formazioni nelle forze dell’ordine, ordine degli avvocati e magistrati. Questi individui dovrebbero essere posti in immediata custodia cautelare. Conclude il Segretario nazionale del partito politico REA.