
In due anni di governo, Meloni ha solo dimostrato di essere al soldo degli Stati Uniti e alle mercé dell’UE
L’Italia è in una posizione delicata, alle prese con tensioni geopolitiche e sfide economiche mondiali pericolose. Commenta Gabriella Caramanica, Segretario nazionale del partito politico REA.
La politica estera, fortemente influenzata dagli Stati Uniti, sta delineando un contesto che potrebbe mettere a dura prova l’economia italiana. Una guerra commerciale sulla quale non si è espressa la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nascondendosi dietro al cieco sostegno alla Commissione Europea nei negoziati con gli Stati Uniti, assicurando solo che “l’Italia farà la sua parte”. Tuttavia, l’allarme lanciato da Confindustria è chiaro: l’imposizione di dazi al 30% avrebbe conseguenze disastrose per l’economia nazionale.
A complicare il quadro si aggiungono le recenti dichiarazioni del Presidente americano Donald Trump:dopo aver richiesto ai paesi NATO di destinare il 5% del PIL alla spesa militare, si propone ora di far pagare alla stessa NATO le armi prodotte negli Stati Uniti e destinate all’Ucraina.
L’abbandono irresponsabile del gas russo in favore del costoso GNL americano, spinto da lobby “green” e da un’obbedienza atlantista, ha fatto innalzare i costi energetici ripercuotendosi direttamente sulla vita dei cittadini già gravati da una politica interna disastrosa con stipendi fermi, potere d’acquisto crollato, un quarto dei minori a rischio povertà e servizi pubblici essenziali smantellati. Ci attendiamo anche a breve l’annuncio di un aumento dei costi che saranno imposti dall’UE per finanziare l’Ucraina.
Non possiamo tollerare questa posizione supina della Meloni che in due anni di governo nasconde la sua incapacità a traghettare l’Italia in un nuovo scenario geopolitico estremamente delicato mentre la realtà multipolare dei Brics avanza.
Infine, esprimiamo preoccupazione per il linguaggio di guerra che in questi anni ha connotato le relazioni diplomatiche internazionali con un’Europa divisa per cui alcuni paesi spingono per intervenire direttamente in Ucraina mentre alle porte del Mediterraneo si sta consumando un vero e proprio genocidio sul quale il nostro premier non si è mai esposto pubblicamente. Conclude Caramanica.