#22novembre
Da quando l’uomo viene considerato un bioregolatore mentre la fauna selvatica al contrario sarebbe quella che devasta gli ecosistemi?
Parlando delle monoculture e dell’agricoltura e degli allevamenti intensivi, di certo le affermazioni del Ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle Foreste (Masaf), Francesco Lollobrigida, all’Agrifish, Consiglio “Agricoltura e pesca” che riunisce i ministri di tutti gli Stati membri dell’UE, definendo “l’agricoltore un bioregolatore”, sono alquanto discordanti tanto più se si aggiunge l’utilizzo di pesticidi, fertilizzanti e perché no, il glifosato, approvato dall’Unione Europea e ammesso in alcune aree in Italia, secondo le indicazioni Ispra, nonostante negli Stati Uniti, la Corte Suprema abbia palesemente riconosciuto in una causa con la Monsanto che il glifosato provoca tumori.
Il documento presentato dall’Italia – commenta Gabriella Caramanica, Segretario Nazionale Rivoluzione Ecologista Animalista – e sottoscritto da altri paesi nell’ambito del Consiglio Agrifish sul tema “ Long-Term Vision for the EU´s Rural Areas” (Visioni a lungo termine per le aree rurali, 20 novembre 2023) è piuttosto preoccupante ed è un chiaro attacco alla fauna selvatica in quanto è stata chiesta la revisione della Direttiva 92/43/CEE “Habitat” ovvero sulla “Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche”.
In un’ottica di resilienza e di potenziamento del sistema agricolo e del ripopolamento delle aree rurali abbandonate peserebbe a quanto pare la presenza del lupo e con lui sicuramente altri grandi onnivori selvatici.
Per questo, il ministro vorrebbe rendere centrale la figura dell’agricoltore come “custode dell’ambiente e garanzia di manutenzione del territorio” e delegare più potere a livello locale per la gestione delle problematiche legate alla fauna e all’ambiente.
Da quando gli interessi economici sono una garanzia di “custodia” di un bene considerato Patrimonio indisponibile dello Stato?
Nel documento presentato dal Ministro Lollobrigida viene sottolineato che sono necessari non solo la tutela delle “specie in estinzione” ma è anche necessario “intervenire per ridurre il sovrappopolamento di alcune specie”, chiedendo di rivedere “aggiornando l’attuale quadro normativo sullo status di protezione dei lupi”. Ovviamente Coldiretti ha subito applaudito le posizioni del Ministro Lollobrigida.
Sarebbe più consono aprire un tavolo di confronto con le realtà territoriali che si occupano di Fauna Selvatica come i Centri CRAS e la Forestale, di Tutela dell’Ambiente, Dirigenti dei Parchi e delle Riserve Naturali per capire realmente quali siano le problematiche e affrontare nel rispetto delle norme il problema della convivenza fauna selvatica/uomo(ambiente. Vale la pena ricordare che ci sono numerosi progetti sperimentali virtuosi che potrebbero essere considerati.
Non spetta di certo alla Coldiretti parlare dell’argomento “fauna selvatica” – sottolinea Caramanica,- piuttosto dovrebbe pensare non solo all’eccellenza “made in Italy” ma anche alle tutele dei lavoratori nel settore agricolo, regno del sommerso, del caporalato e dove i braccianti vengono letteralmente sottopagati e nel quale le aziende faticano perché prive di sostegno reale in caso di calamità naturali. A chi giova tutto ciò?
Se il problema come specificato nel documento del Consiglio Agrifish è quello di recuperare le aree rurali e agricole abbandonate, che sia fatto. Ma non sulla pelle dei lupi o di altri animali selvatici.
Siate certi che una volta ripulite le aree, i selvatici si guarderanno bene di stare alla larga e di avvicinarsi all’uomo, sicuramente l’animale più pericoloso del pianeta. Ancora una volta, la burocrazia appare lontana dalla realtà di chi tutti i giorni ha gli stivali pieni di fango.
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