
Il progetto di impianto eolico previsto lungo i crinali del Monte Giogo, nel Mugello, tra i comuni di Dicomano e Vicchio, continua a suscitare forti perplessità e critiche.
“Le foreste sono ecosistemi complessi, fondamentali per la salute pubblica, regolatori del clima e custodi della biodiversità.” commenta Gabriella Caramanica, Segretaria nazionale di REA intervenendo sul caso del progetto avviato per la costruzione della Comunità energetica locale nel Mugello.
“Il progetto- prosegue Caramanica- ha già comportato interventi invasivi in aree di elevato valore ambientale. Il disboscamento ha colpito oltre 2 km di faggete, compromettendo la rete micorrizica e l’integrità delle cosiddette foreste madri. Le conseguenze sono gravi e sistemiche: aumento delle temperature locali, erosione del suolo, dissesto idrogeologico e perdita di risorse idriche”.
REA ha preso parte, con la presenza della Coordinatrice Nazionale del partito Rita Bruno, all’incontro promosso, lo scorso 11 maggio, dal Comitato Tutela Crinale Mugellano al quale erano presenti cittadini, esperti, associazioni come la Rete TeFFit e l’Ente Parco delle Foreste Casentinesi. Lo stesso Alessandro Bottacci, Direttore Ente parco delle Foreste Casentinesi, in un suo intervento ha ricordato il ruolo cruciale dei “crinali come strumenti di connessione: uniscono ecosistemi, percorsi di collegamento e di incontro tra piante e animali che a seconda delle condizioni passano da un habitat o da un ecosistema all’altro. I crinali sono fornitori ecologici che riducono frammentazioni degli habitat. Gli habitat frazionati sono più deboli”.
“Questa non è vera transizione ecologica – attacca Caramanica – ma greenwashing istituzionale. Il decreto ministeriale sulle cosiddette ‘aree idonee’ si sta rivelando un colabrodo, utilizzato per legittimare progetti imposti dall’alto, senza trasparenza, senza consultazione e senza rispetto per la natura mettendo in pericolo la stessa sopravvivenza di specie animali”.
I dati scientifici disponibili indicano che il Mugello non è un’area idonea per impianti eolici. “Quali criteri sono stati utilizzati per approvare un intervento di tale portata in un territorio a elevata valenza ecologica, a ridosso di aree protette? – si chiede Caramanica – E perché il Comune di Vicchio non avrebbe accesso ai dati ufficiali del vento, fondamentali per valutare l’efficienza dell’impianto? Dove sono finiti i dati del Geoscopio regionale?”
Secondo le analisi di Global Forest Watch, negli ultimi 30 anni l’Italia ha perso oltre 2,5 milioni di ettari di bosco. Solo in Toscana sono spariti 96.500 ettari di foreste, con un’accelerazione di perdita del 10% dal 2000. Una contraddizione evidente se confrontata con le politiche europee, come la EU Biodiversity Strategy 2030 e la Nature Restoration Law, che chiedono il ripristino di almeno il 20% degli ecosistemi degradati. Eppure, in Toscana si continua a favorire tagli a raso e cedui anche all’interno del patrimonio forestale pubblico regionale, che comprende oltre 100.000 ettari di demanio.
Anziché pensare alle aree strategiche il governo, le amministrazioni regionali e locali dovrebbero intervenire per sottrarre il territorio nazionale a forme di sfruttamento industriale, ripristinando gli ecosistemi degradati e a preservare l’evoluzione naturale, a cominciare dai crinali del Mugello”, conclude Caramanica.