
Oggi il Senato ha approvato in via definitiva il Decreto 1308, che prevede un inasprimento delle pene per i reati contro gli animali. La Lega ha subito rivendicato il provvedimento come una propria vittoria politica, definendolo “un successo storico” come anticipato questa mattina dal relatore Manfredi Potenti.
“Questa intesa bipartisan, che ha sostenuto la proposta dell’On. Brambilla, è solo una squallida operazione di facciata, utile alla propaganda ma non ai diritti degli animali”. commenta Gabriella Caramanica, segretario nazionale del partito politico REA.
Una passerella politica fatta di foto e dichiarazioni, che nulla ha a che vedere con la reale lotta ai maltrattamenti di animali, ai traffici e al business illegale agli stessi legato.
“La Lega tenta di ripulirsi l’immagine ma resta comunque un partito anti-animalista, come dimostra il suo continuo sostegno alla caccia.- rilancia il segretario REA. Infatti gli emendamenti presentati da esponenti leghisti, hanno escluso molte specie animali dalle tutele, rientranti nelle leggi speciali. In particolare, restano fuori allevamenti intensivi, attività venatorie e spettacoli, ambiti protetti da leggi speciali.
“La verità è che finché la Lega continuerà a difendere gli interessi delle lobby, nessun volto nuovo potrà cambiare la sostanza delle cose. Dovremmo ricordare al senatore Potenti che i voti non arrivano soltanto da chi ama gli animali da compagnia, ma da chi difende indistintamente tutti gli animali chiosa Caramanica.
Anche se il decreto introduce pene più severe per maltrattamenti e abbandoni, e potenzia gli strumenti in mano alle autorità, resta il dubbio su quanto effettivamente inciderà sulla realtà dei fatti.
Di quali strumenti si parla? chiede Caramanica – L’articolo 12 del testo si limita a un aggiornamento formale del riferimento al Ministero dell’Ambiente nella legge 189 del 2004. Non è certo questo che cambierà un sistema di controlli inefficace, visibilmente incapace di prevenire e punire in modo tempestivo. .
L’aumento delle pene, da solo, non basta. Gli animali hanno bisogno di protezioni reali e immediate, non di dichiarazioni vuote e leggi di facciata, conclude il segretario nazionale REA.