
Altro che inclusione: questa è emarginazione dei cittadini italiani
La recente decisione del Comune di Selargius di stanziare 8.500 euro a famiglia per i rom residenti nel campo di Pitz’e Pranu, utilizzando fondi definiti “regionali e vincolati”, solleva gravi preoccupazioni e merita una ferma condanna. Nonostante il sindaco Gigi Concu tenti di giustificare questa scelta come un’operazione necessaria per la bonifica del campo, la realtà dei fatti è che si tratta dell’ennesima dimostrazione di come le amministrazioni locali, e di riflesso il governo italiano, si pieghino a logiche di spesa imposte dall’Unione Europea, ignorando i bisogni primari dei propri cittadini. Commenta Gabriella Caramanica, Segretario nazionale del partito politico REA.
L’uso di fondi “vincolati” non è una giustificazione. Questi fondi, spesso di origine europea, sono il risultato di politiche e strategie che non tengono conto delle specificità e delle emergenze sociali del nostro Paese. Politiche che, sotto la bandiera dell’inclusione, finiscono per finanziare soluzioni temporanee e ingiuste, mentre migliaia di famiglie italiane faticano a pagare affitti, bollette e a garantire un futuro dignitoso ai propri figli.
È inaccettabile che, in un momento di crisi economica e sociale, si debbano per forza spendere queste somme per i rom “perché i fondi sono vincolati”.
il governo italiano ha il dovere di elaborare una strategia autonoma, che metta al primo posto gli italiani. .
La bonifica di un’area inquinata non può diventare la scusa per distribuire denaro a un gruppo specifico di persone, quando centinaia di selargini, e milioni di italiani, sono in condizioni di povertà e difficoltà abitativa. Il Comune ha colto questa opportunità per il proprio tornaconto. La politica deve avere il coraggio di ripensare l’intera strategia di gestione dei fondi, orientandola verso soluzioni che offrano un aiuto concreto e duraturo a tutti i cittadini, senza distinzione.
Invitiamo il sindaco di Selargius, e tutti gli amministratori locali, a riflettere su questa priorità e a farsi portavoce, presso le istituzioni superiori, della necessità di un cambio di rotta. Conclude il Segretario nazionale REA.