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Mandria incontrollata a Verbicaro: Rea contro l’abbattimento dei capi

Direttivo Aprile 11, 2024

Ottanta bovini condannati a morte dall’ndrangheta 

Quella di Verbicaro è una situazione omertosa da manuale in Calabria. Il fenomeno delle “vacche sacre” è noto nella Regione e si sta purtroppo estendendo in tutta Italia, soprattutto nel Centro sud. Si tratta di mandrie di bovini lasciati pascolare allo stato brado dalle ndrine, cosche della ndrangheta, con il quale si alimenta il commercio e la macellazione illegale dei capi. Commenta Gabriella Caramanica, segretario nazionale Rea. 

Non a caso, le mucche di Verbicaro hanno un proprietario conosciuto dalle autorità e più volte denunciato. Da decenni le istituzioni di Verbicaro erano a conoscenza del problema e possibile che non abbiamo mai provveduto ad un sequestro prima di arrivare a questa emergenza? 

La situazione ci lascia profondamente perplessi. Perché i veterinari della ASL e le autorità comunali non hanno agito prima? 

Considerando la responsabilità delle istituzioni che hanno contribuito ad arrivare a questa situazione, il Sindaco dovrebbe far un passo indietro, evitando di sacrificare gli animali. Visto che il proprietario è noto, dovrebbero dapprima procedere alla loro confisca e sequestro, sottolinea il segretario nazionale.  

Radunare i bovini per la cattura, applicare la marca auricolare, effettuare i controlli sanitari e procedere con il loro affidamento ad allevatori che praticano l’allevamento allo stato brado oppure trasferirli, avvalendosi anche del supporto di alcune associazioni che si sono rese disponibili a collaborare.  

Il caso di Verbicaro porta alla luce una problematica sulla quale è necessario aprire un tavolo di confronto per intraprendere un’azione a livello nazionale e interrompere la filiera illegale. Una riflessione sulla gestione delle aree pascoli, sui controlli negli allevamenti, nei trasporti e nei macelli. Le forze dell’ordine, le Asl Veterinarie e le Istituzioni anziché intervenire in emergenza devono prevenire questo fenomeno implementando monitoraggi e accertamenti. 

Siamo così bravi ad inseguire cavalli e mandrie con i droni per abbatterli ma non ad individuare gli illeciti?  E’ ora di cambiare passo. Conclude Gabriella Caramanica. 

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