Tra bio-ingegneria, clonazione e sperimentazione, Pechino riscrive il rapporto tra uomo e animale. Il Partito Politico REA: “Serve una riflessione etica globale e un impegno reale contro le crudeltà che ancora oggi avvengono nel silenzio”.
Negli ultimi anni la Cina si è imposta come leader mondiale nel campo della ricerca genetica e della bio-ingegneria applicata agli animali. Dai laboratori di clonazione alle sperimentazioni di intelligenza artificiale biologica, il Paese asiatico sta ridefinendo i confini del possibile, spingendo la scienza verso territori che pongono interrogativi cruciali per l’etica, la biodiversità e la sostenibilità ambientale.
Se da un lato queste innovazioni promettono progressi nella medicina veterinaria e nella conservazione di specie in via d’estinzione, dall’altro sollevano preoccupazioni profonde sul destino del regno animale e sulla crescente mercificazione della vita stessa. Il progresso tecnologico, quando privo di limiti etici e di trasparenza, rischia di tradursi in un dominio totalizzante dell’uomo sulla natura, e non in una sua armoniosa collaborazione.
Il Partito Politico REA invita a guardare con attenzione critica a questa accelerazione scientifica: l’innovazione non può essere fine a sé stessa, ma deve sempre integrarsi con il rispetto per la vita e con principi morali condivisi a livello internazionale.
Dichiara Gabriella Caramanica, Segretario Nazionale REA: “È innegabile che la Cina rappresenti oggi una potenza scientifica di primo piano, ma non possiamo ignorare l’altra faccia della medaglia: un sistema che troppo spesso mostra disprezzo per gli animali e per la loro dignità. Stiamo lavorando con il nostro ufficio legale per denunciare e contrastare un fenomeno gravissimo, quello dei video di torture ai gatti, che resistono anche fino a 40 ore solo per soddisfare menti malate e per generare guadagni economici in rete. È una barbarie inaccettabile, che non può essere giustificata da alcuna cultura o contesto sociale.
L’Occidente ha il dovere di promuovere una cooperazione scientifica fondata su principi etici universali e sul rispetto per ogni forma di vita. Non possiamo restare spettatori di fronte a chi, in nome del profitto o del controllo, calpesta i valori fondamentali della civiltà.”
Si ribadisce la necessità di una politica internazionale che metta al centro il benessere animale, la trasparenza scientifica e il controllo etico sulle sperimentazioni. Solo in questo modo l’innovazione potrà davvero essere uno strumento di progresso e non di sopraffazione.
